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Le attività di indagine e bonifica in corso nel quadrante est (via Caretti, via Frutteti, via Gerani)

Indagine sul rischio associato alla presenza di organo alogenati in falda superficiale nell'area del Quadrante Est e delimitazione della contaminazione per la messa in sicurezza permanente e bonifica.

Premessa


L'Emilia-Romagna ha avviato negli ultimi anni una molteplicità di programmi e strumenti coerenti con lo sviluppo sostenibile.
Dal 2001 la Regione definisce e attua assieme alle Province il programma triennale di tutela ambientale denominato " Azione ambientale per un futuro sostenibile", strumento che è oggetto di confronto e condivisione con le principali istituzioni, associazioni di impresa, ambientali e sindacali della Regione.

Il Piano di Azione Ambientale assume la prospettiva dello sviluppo sostenibile per l'Emilia-Romagna e le conseguenti politiche da attuarsi in tutti i settori (non solo in quello ambientale) nel quadro degli indirizzi dell'Unione Europea (VI Programma quadro) in materia di ambiente. Il documento contiene la descrizione dei principali problemi ambientali della Regione, la definizione degli obiettivi, i campi di intervento, gli strumenti, gli attori coinvolti nella sua attuazione, l'indicazione delle risorse finanziarie disponibili e le modalità di gestione.

Due sono gli obiettivi strategici tra loro interconnessi  assunti dal Piano: da un lato la necessità di  "ridurre la vulnerabilità del sistema ambientale" garantendo la sicurezza del territorio, dall'altro promuovere comportamenti proattivi e responsabili nei confronti dell'ambiente da parte di tutti i cittadini, dei produttori e dei consumatori. 

Gli Assessori regionali e provinciali insieme ai dirigenti dei principali servizi ambientali della Regione e delle Province sovrintende alla programmazione.  

L'attenzione è posta su quei settori interessati ad innovazioni legislative, che necessitano di una fase di sostegno ed incentivo per la loro implementazione nelle politiche territoriali; uno di questi settori è quello che riguarda le bonifiche e il ripristino ambientale dei siti inquinati.

Il "Piano di azione ambientale per un futuro sostenibile 2004/2006" è stato approvato dalla Regione Emilia-Romagna con Delibera di G.R. n. 2405 del 29/11/2004.
Con sua Delibera 2005/1307 del 28/07/05 la Giunta Regionale ha poi approvato i finanziamenti per la realizzazione di quattro Progetti presentati dal Comune di Ferrara tra cui il presente progetto dal nome "Indagine sul rischio associato alla presenza di organo alogenati in falda superficiale nell'area del Quadrante Est e delimitazione della contaminazione per la messa in sicurezza permanente e bonifica".
Si fornisce di seguito un breve riassunto del Progetto riportante le finalità del lavoro e le attività che si prevede di attuare.
Sulla scia di un percorso già avviato, l'Amministrazione Comunale proseguirà il cammino della partecipazione e della comunicazione pubblica sui temi e i problemi incontrati nel corso delle attività, aggiornando periodicamente questa sezione del sito internet del Comune di Ferrara ed organizzando incontri divulgati così come già fatto nei mesi passati.
Il presente riassunto, per sua natura, non sarà esaustivo; per osservazioni, segnalazioni e/o richieste di approfondimenti e chiarimenti si può contattare:

Il compimento delle attività e degli interventi previsti dal presente Progetto e decritti di seguito necessita di una forte collaborazione da parte di tutti gli interessati, cittadini compresi; per queste motivazioni si confida nella cooperazione e il contributo di tutti.

Inquadramento dell'area e stato delle conoscenze

L'area denominata "Quadrante est", può essere circoscritta approssimativamente da via Siepe, via Caretti e via San Contardo d'Este. E' un'area situata nell'immediata periferia orientale della città attualmente in forte espansione urbanistica che ha visto di recente la nascita di nuovi alloggi residenziali. Essa è stata oggetto, in passato, di attività estrattive di argilla nell'ambito dell'attività della vecchia Fornace SEF. Le vecchie aree di cava sono state successivamente (anni '60) riempite da rifiuti solidi urbani e, probabilmente, industriali.

La lettura e l'interpretazione delle foto aeree ha permesso di studiare l'evoluzione antropica ed industriale del territorio: nelle foto degli anni 60 e anni 70 si distinguono gli impianti della vecchia fornace e numerosi scavi e ristagni d'acqua probabilmente colmati con rifiuti, che nella foto degli anni 90, purtroppo di scarsa qualità, sono completamente mimetizzati dalla copertura vegetale.

Su incarico del Comune è stata condotta dal Gruppo di Idrogeologia del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Ferrara a partire dall'estate 2004 un'attività di indagine volta alla caratterizzazione dell'area attraverso uno studio idrogeologico-ambientale per circoscrivere l'area contaminata e definirne le caratteristiche idrogeologiche.

Le indagini condotte (campionamenti di pozzi e piezometri già esistenti, realizzazione di nuovi punti di prelievo acque, prelievo ed analisi dei gas interstiziali dei suoli,..) hanno evidenziato una importante alterazione delle acque di falda freatica (5-7 m dal piano campagna) e della falda semiconfinata ospitata all'interno di una lente sabbiosa a profondità comprese tra i 13-15 e i 18-20 m dal piano campagna.

La contaminazione è ascrivibile principalmente ad idrocarburi clorurati, in particolare Cloruro di Vinile Monomero, che raggiunge concentrazioni in falda mai rinvenute sul territorio ferrarese.

Il presente progetto nasce dalla necessità di approfondire le conoscenze sullo stato di rischio sanitario dell'area in esame, di definire meglio le dinamiche della contaminazione e concorrere a predisporre gli interventi di Messa in Sicurezza Permanente delle aree sorgenti di inquinamento (due discariche) e gli interventi di bonifica delle falde da esse contaminate.

Principali obiettivi e attività previste dal Progetto

La mappa di isoconcentrazione del Cloruro di Vinile Monomero elaborata con i dati ottenuti dalle campagne di monitoraggio evidenzia la presenza di due plume di contaminazione uno nella porzione meridionale e l'altro, in quella settentrionale dell'area, in corrispondenza di quelle aree che, dall'analisi delle foto storiche, risultavano particolarmente compromesse.
Come ricordato in precedenza, la contaminazione coinvolge le matrici superficiali, le matrici a media profondità e, così come messo in luce dall'analisi "Soil Gas Survey", anche le porzioni di suolo insaturo nei primo metro e mezzo.

L'obiettivo principale di questo Progetto, pertanto, è accertare lo stato di rischio sanitario e definirne le dinamiche, in particolare, in quelle aree in cui il plume di contaminazione passa al di sotto delle abitazioni.

A questo scopo sarà necessario eseguire una serie di accertamenti volti a:
1. caratterizzare il focolaio di inquinamento in falda superficiale mediante l'esecuzione di nuovi punti di prelievo delle acque di falda superficiale e successiva analisi chimica per le ricerca degli analiti di interesse;

2. verificare la diffusione della contaminazione nell'acquifero intermedio (acquifero semiconfinato) mediante nuovi punti di prelievo pescanti alla profondità della falda interessata e delimitare spazialmente il plume;

3. individuare i limiti dell'area adibita a discarica mediante l'impiego della Tomografia Elettrica, evoluzione della ben nota prospezione geoelettrica, che fornisce un'immagine del sottosuolo in termini di distribuzione della resistività e polarizzabilità elettrica;

4. accertare l'assenza di contaminazione nel primo acquifero in pressione (acquifero confinato) mediante l'esecuzione di piezometri profondi;

5. valutare il rischio sanitario per la popolazione residente tramite:
a. ampliamento delle indagini sui vapori nel suolo (Soil Gas Survey) a tutte le zone urbanizzate con particolare riguardo a quelle aree le cui acque di falda sono risultate significativamente compromesse;
b. analisi del rischio negli ambienti indoor mediante prelievo di campioni di aria all'interno delle abitazioni e/o cantine e garages;

6. monitorare la comunità biotica, mediante tecniche di biomonitoraggio, per verificare l'impatto biologico dell'inquinante;

7. verificare e quantificare il livello di protezione attuale (grado di fatturazione dell'argilla, impermeabilità dell'acquitardo che separa la falda semiconfinata dal primo acquifero in pressione,..) delle due discariche.

Le indagini relative ai punti 3 e 6 saranno svolte, su incarico del Comune di Ferrara, dal Consorzio Ferrara Ricerche che si avvale della collaborazione dei Dipartimenti universitari ferraresi competenti; nel caso specifico l'indagine geoelettrica sarà eseguita dal Dipartimento di Scienze della Terra, mentre il monitoraggio della comunità biotica sarà condotto dal Dipartimento di Biologia.
L'equipe di idrogeologi dell'Università di Ferrara, inoltre, fornirà attività di consulenza e supporto tecnico-scientifico nelle attività previste dal Progetto.

Tutte le verifiche sopra dette costituiranno la base per le successive elaborazioni dei Progetti di Messa in Sicurezza Permanente delle due aree sorgenti di inquinamento (due discariche) e degli interventi di bonifica dell'inquinamento da esse causato.

Tempistica degli interventi ed indicazioni sulla futura bonifica

L'esecuzione delle indagini e le elaborazioni finali copriranno un arco temporale di circa quattordici mesi. Si provvederà ad aggiornare i cittadini coinvolti o chiunque fosse interessato sia tramite la presente pagina web sia tramite incontri divulgativi.

Al termine delle attività sopra esposte ed una volta elaborati e valutati i risultati emersi, si provvederà al dimensionamento preliminare di un intervento di bonifica per la remediation della contaminazione.
Esistono, in letteratura, interventi di bonifica che hanno implicato l'escavazione della massa di rifiuti previa trattamento degli stessi in situ (areazione e stabilizzazione) o trattamento della massa di rifiuti ex situ (landfarming).

E' evidente, però, che non è possibile nel caso specifico, pensare di eliminare fisicamente la fonte di contaminazione (rimozione della massa dei rifiuti) in quanto ciò comporterebbe un peggioramento e un degrado in un contesto ambientale già pregiudicato, nonché un pericolo concreto per la popolazione residente a causa dell'elevata quantità di prodotti infiammabili, tossici e maleodoranti che si libererebbero.

Sarà necessario, pertanto, valutare la possibilità di mettere in pratica tecnologie di bonifica meno invasive in considerazione del contesto residenziale dell'area, valutando anche la possibilità di sperimentare tecniche innovative come per esempio l'uso di particelle di Ferro zero valente (Nanoscale Zero Valent Iron NZVI)da iniettare direttamente in falda in luogo delle più tradizionali Barriere Permeabili Reattive.

Aggiornamenti sul sito di Via Caretti
Ultima modifica: 24-01-2020
REDAZIONE: Alessandro Spadoni
EMAIL: a.spadoni@comune.fe.it